Testamento spirituale di Don Eugenio Bussa

26 Novembre 1968


HO LAVORATO QUARANT'ANNI IN MEZZO ALLA GIOVENTÙ:
QUANTA RESPONSABILITÀ...!


a Voi, benefattori,

che, per tanti anni, avete messo nelle mie mani la Vostra generosità perché si tramutasse in tante attività di bene.

a Voi, genitori,

che mi avete dato tutta la Vostra fiducia, nell'affidarmi ciò che Vi era più caro al mondo: i Vostri figli stessi.

a Voi, ex allievi,

che siete ormai una imponente massa e che, con immutato affetto rendete chiara testimonianza sulla validità della educazione ricevuta.

a Voi, allievi,

ragazzi e giovani, che siete il mio cruccio, in questi tempi di presuntuose contestazioni e di sì grave smarrimento questo mio "sfogo" sincero, necessario, atteso.

benefattori
A Voi Benefattori

Siete stati per me gli Strumenti della Provvidenza. Voi avete amato il Patronato colla dimostrazione la più tangibile e sincera: aiutandolo colla Vostra generosità. Vi debbo l'assicurazione che la Vostra stima è sempre stata per me uno sprone a meritare il Vostro aiuto, una preoccupazione costante nel far fruttificare in bene i mezzi da Voi offertimi. Vi dico che la fiamma della riconoscenza nell'animo dei miei figliuoli l'ho sempre tenuta accesa, poiché sono sempre stato convinto che ciò è gradito a Dio e merita la Sua provvidenza. Vi confermo che il ricordo costante nella preghiera dei miei figliuoli per Voi, è costante e continua ad abbracciare i Defunti, i più lontani, i più nascosti. È il loro doveroso contraccambio, che va unito al mio nella celebrazione quotidiana della S. Messa. Vi prego di accettare il mio cordialissimo "grazie". In quarant'anni ho incontrato infinite difficoltà, superato situazioni difficilissime. Ma mentre io ero la Comparsa, Voi siete sempre stati i veri artefici, anche se nascosti, di ogni conquista. Nessuno meglio di me può misurare il valore della vostra carità, che ha beneficato e sostenuto l'Opera ed insieme il superiore stesso responsabile. Il Signore Vi ricompensi nella misura più larga e nel modo più degno.

A Voi Genitori

Più di tutti potete essere giudici di quanto ho fatto per i Vostri figliuoli. Vi posso dire che sempre, ripeto sempre, ho avuto presente la percezione esatta della terribile responsabilità assunta nel ricevere in consegna i Vostri Figliuoli. Vi confesso che non ho mai risparmiato energie nel lavoro incessante, nella paziente opera di formazione, nell'assillante tormento per la scelta della via migliore. Il Signore mi mostrerà, un giorno, tutti gli errori commessi. Ma penso che la Bontà Sua sempre sarà intervenuta ad evitare i danni conseguenti ed a colmare le insufficienze per aver visto la sincera e retta intenzione con cui Gli ho offerto la mia fatica.    Di fronte ai Figliuoli ho condiviso la Vostra responsabilità ed ho aggiunto all'affetto Vostro anche il mio. Mi auguro, per Voi e per me, che questa comune unione di sforzi ci ottenga dal Signore il premio più grande e più desiderato: figliuoli buoni, preparati, sicuri. Vi scongiuro, di conservare la educazione cristiana nei Vostri figli, poiché è e rimane ancora l'unica, vera garanzia di fronte alle gravi deviazioni della gioventù d'oggi. Molti di Voi siete stati, a vostra volta, all'Oratorio. Ora all'Oratorio mandate i vostri figli. Vi ringrazio per questo spettacolo ormai raro e Vi prego caldamente di preoccuparvi perché la Vostra parola sia sempre preceduta dall' esempio vostro. Perpetueremo così, col reciproco aiuto, la stupenda tradizione di bene del Patronato.

A Voi Ex Allievi

Siete, dopo quarant'anni un... esercito. nonostante il numero, Voi sapete che Vi ricordo ad uno ad uno. Non può essere diversamente se, quando eravate all'Oratorio, Vi ho seguiti, incoraggiati, amati ad uno ad uno! In gara cogli allievi Voi li superate nell'affetto, forse perché è maturata in Voi la esperienza, che Vi permette di capire, in una misura ben maggiore, quale grazia grande fu per Voi l'Oratorio; e forse perché gli anni più belli della Vostra vita li avete vissuti all'Oratorio. Vi affido il compito di tenere alta la bandiera del Vostro Oratorio perché stiamo attraversando un periodo grave per i nostri Oratori milanesi. Voi, meglio di tutti i...nuovi profeti, potete dare la dimostrazione più bella e sicura sulla validità dell'istituzione, che è sempre attuale quando sempre attuali sono la fede, l'amore, l'entusiasmo.   Vi raccomando di essere riconoscenti: in questo momento il Vostro Patronato ha bisogno di Voi. Sapete che non Vi ho mai chiesto nulla ma Vi ho sempre...dato. Il padre ha l'orgoglio di non chiedere mai nulla ai figli. Il Patronato si avvicina a grandi passi a profonde trasformazioni: aiutatelo perché conservi, col vostro aiuto materiale (quello della Vostra generosità!) morale (quello di conservare i buoni principi) la sua stupenda tradizione! Davanti all' offerta del vostro affetto il Signore benedirà il Vostro Oratorio e Voi con esso.

A Voi Allievi

La stanchezza di quarant'anni di fatica, debbo dirvi, non la sento quando vi vedo entusiasti, felici, buoni. Tutti nessuno escluso, avete la fiducia, la stima e l'affetto miei.
Il Signore mi domanderà conto di ciascuno di Voi. Sento perciò la responsabilità di fronte a Voi, con tale assillo, che diventa preoccupazione o addirittura paura, quando vi vedo diminuire la frequenza regolare, quando partite per la vacanza, quando attendo il rinnovo dell'iscrizione annuale. Vi sono debitore dell'energia, che ancora credo di possedere, energia che Voi mi infondete col Vostro sincero affetto, colla Vostra illimitata fiducia, col Vostro grande attaccamento. Vi sono molte cose da fare nell'Oratorio: conto sulla fede, sull'entusiasmo Vostri per gli ideali, che il vostro Oratorio rappresenta. L'esperienza, che il Signore ha voluto raccogliessi in quarant'anni, è la più grande e preziosa eredità che vi possa lasciare. Rappresenta una sicurezza per il vostro avvenire. Datemi la vostra obbedienza. Vi assicuro non conoscerete errori o deviazioni di sorta. Scriverete anche Voi, come gli Ex. che vi hanno preceduti, le più belle pagine nel Diario della Vostra vita.
Prima di finire questo mio "sfogo" proprio a Voi voglio confidare che questo scritto l'ho iniziato di notte, due ore dopo la morte di mio Padre e l'ho continuato durante la veglia della salma. L'ebbi al mio fianco per tutto il mio Sacerdozio: ha molto lavorato nascostamente per aiutare "il figlio ed il suo Patronato".
Il Signore ha voluto da me questo estremo sacrificio, proprio mentre    chiudo il 40° del mio Sacerdozio.   Sacerdozio è sacrificio, consumazione! Permettete che, dopo di avere offerto per Voi al Signore quarant'anni di energie, fatiche, speranze offra anche gli affetti più sacri perché, privato anche di questi, possa dire di appartenere soltanto e completamente a Voi.
Coll'aiuto di Dio faccio anche questo, perché, a vostra volta, Voi apparteniate tutti al mio Sacerdozio.

La vita e le opere di don Eugenio Bussa

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