Pagine di diario
da "Salviamo la Gioventù"

Settembre 1948

UNA CASA DI ALTA MONTAGNA PER I NOSTRI GIOVANI

Era nei desideri dei Superiori e dei giovani, dopo l'esperienza fatta prima della guerra, d attuare l'apertura di una casa di montagna anche per i giovani del nostro Pensionato dell'Oratorio. Una casa che fosse riservata solo ad essi; una casa propria dove apportare tutti gli accorgimenti e tutti i miglioramenti, che l'amore e l'entusiasmo giovanile sa creare, per rendere bello e giocondo il soggiorno di una meritata vacanza. La difficoltà dell'attuazione aveva sempre fatto pensare che si sarebbe dovuto rimandare tale compimento chissà per quanti anni. Certamente non era il 1948 l'anno della prosperità, specialmente per il fatto che con milioni di debiti per la nostra ricostruzione eravamo divenuti molto più poveri di prima!

Il Signore però sapeva che i Superiori desideravano questa casa per fare del bene, per dare a propri giovani una "palestra" dove si allenassero nelle forze fisiche ed in quelle spirituali per formare carattere e muscoli. Tutto per la salvezza di tanta gioventù e null'altro. Il Signore aveva raccolto tante preghiere di piccoli e di grandi che chiedevano per il Patronati questo grande dono. Ed il Signore pensò ad esaudire desideri e preghiere! Nel febbraio scorso, proprio durante una passeggiata sciistica si presentò un'occasione: i Superiori fecero una visita, avanzarono una sola parola e poi lasciarono che le cose maturassero con l'aiuto del Signore. Nel maggio improvvisamente, quando meno i Superiori se l'aspettavano tutto fu pronto: una magnifica casa a 2650 metri d'altezza; i proprietari disposti a vendere, ecc. Mancavano solo i soldi!

Ma non potevamo lasciar scappare l'occasione; e così abbiamo comperato la casa ... senza i soldi. Cioè abbiamo versato una piccola caparra e poi abbiamo firmato il contratto. Al resto si sarebbe provveduto. Non nascondiamo ai Benefattori che in quel periodo ci assalì una crisi: ci parve di aver osato troppo, ci parve una tentazione di Dio preparare i lavori dello ricostruzione del Pensionato distrutto, e poi senza mezzi firmare l'acquisto di una casa d montagna. Perciò, come già in altre ripetute circostanze non ci è rimasto che scusarci con la Provvidenza e pregarla di toglierci dagli impicci. Abbiamo perciò radunato un gruppetto d bravi figliuoli e abbiamo dato loro una consegna: strappare dalla Provvidenza un miracolo.

Ed i bravi fanciulli si sono messi all'opera. Passò il mese di maggio e vennero le Feste di S.Antonio. La Vergine ed il nostro Santo Patrono furono invocati dalle preghiere innocenti dei piccoli ed il miracolo venne. Passate le feste di S. Antonio il Signore pose lo sguardo suo sopra di un Benefattore. Gli ispirò non sappiamo quali sentimenti di bontà e di generosità, e ce lo mandò in soccorso. Il generoso benefattore si prese l'impegno di acquistare per il Patronato S. Antonio la casa di montagna (la somma non è troppo lontana dal milione!) E così ci salvò dal tremendo impiccio in cui ci eravamo cacciati. Non senza commozione ricordiamo ai Benefattori con quanta semplicità chiuse la sua preghiera un piccolo fanciullo, che in chiesa aspettava in preghiera l'esito dell'incontro del Superiore col buon Benefattore. All'aprirsi della porta della chiesa alzò il suo volto, fissò i suoi occhi in quelli del Superiore e con una semplicità commovente chiese "fatto?". Il Superiore era tornato col dono grande per i suoi figlioli, e si era recato in chiesa dove sapeva di essere ansiosamente atteso da alcuni piccoli che pregavano, e quando sentì quella domanda "fatto? " Non gli rimase altro da dire e rispose con una grande gioia "fatto!"

Così la Provvidenza aveva attuato i suoi disegni.

Don Eugenio

passo del Gavia la casa, settembre 1948

passo del Gavia, l'albergo, settembre 1948

26 Settembre 1948

Un gruppo di giovani fa la sua prima visita alla nuova Casa di alta montagna al Passo di Gavia. Giornata stupenda! I giovani sono rimasti letteralmente sorpresi dalla imponente costruzione e dei magnifici panorami; tutti attendono la vacanza futura.

passo del Gavia la casa, 26 settembre 1948

passo del Gavia, prima visita alla casa, 26 settembre 1948

Dicembre 1948

Per la casa di alta montagna sono allo studio i lavori di attrezzatura e contiamo per la prossima stagione di essere pronti per la metà di Luglio. I giovanissimi sono impazienti. Assicurato l'arredamento ed i servizi indispensabili verrà dato inizio ad una attività che avrà, ci auguriamo, un grande avvenire e farà un gran bene. La Casa è solida e, una volta dotata per tutte le necessità di una comunità, diverrà un paradiso. Tutto parla dell'immensità e della bellezza di Dio. Per questo pensiamo che di lassù la nostra gioventù tornerà più buona

6 Agosto 1949

Inizio delle attività della nuova Casa alpina per i nostri giovani al Passo di Gavia. Ci auguriamo che le cronache dei prossimi anni possano documentare costantemente fervore ed entusiasmo.

Agosto 1949

LA PRIMA VACANZA ALLA CASA ALPINA AL PASSO DI GAVIA

Innanzitutto una precisazione: venne iniziata la nuova attività, prima ancora che la Casa fosse ultimata in tutti i suoi servizi. La mole enorme del lavoro, che all'inizio della stagione c'era ancora da compiere, avrebbe preteso che, appena terminate le feste di S. Antonio, si fossero iniziati i lavori. Invece ... non si potè guadagnare tempo che lassù è prezioso (il lavoro è possibile solo nei mesi di luglio, agosto e settembre). L'arresto o meglio il rallentamento dei lavori al Patronato, come abbiamo precisato nel bollettino scorso, era dovuto alla mancanza di mezzi finanziari adeguati. Di conseguenza non si poteva iniziare con lena i lavori al Passo di Gavia se la stessa mancanza di mezzi (anzi molto di più) affliggeva anche la casa alpina. Perciò abbiamo aspettato fino all'ultimo per avere con l'attività della colonia montana danaro liquido necessario. Così i nostri giovani passarono la vacanza assieme ai murato perfino facendo qualche volta il muratore. A detta dei competenti tutto il lavoro ampliamento e di rifinitura poteva essere fatto in una stagione. Di questo eravamo convinti pure noi; il guaio fu che le somme necessarie non ci vennero anticipate ma si sono dovute racimolare, è la parola esatta, con infiniti stenti e pertanto si è distribuito il lavoro in stagioni estive.

I nostri giovani, che quest'anno hanno passato lassù qualche settimana, se tornassero ora non riconoscerebbero più la loro casa alpina fattasi in queste ultime settimane più bella e più completa. A poco a poco ogni cosa va la suo posto. Quante difficoltà, quanti imprevisti! Tutti però hanno avuto la possibilità di comprendere quale magnifica attività potrà svolgere la Casa alpina quanto tutto sarà terminato e tutto sarà in ordine. Abbiamo raccolto, specie da diverse Autorità ed enti, le più cordiali felicitazioni ed i più entusiastici auguri.

Terminata la Cappella al riposo fisico si unirà una vera vacanza spirituale, che in montagna lascia tracce profonde difficilmente cancellabili.

Muscoli e spirito avranno lassù modo di temprarsi. Più forti e più buoni dovranno torna nostri giovani. Per questo scopo, contro tutte le difficoltà, anche le più gravi, i Superiori hanno profuso senza risparmio fatiche, energie e danaro. Il Signore benedica tali propositi ed un lieto avvenire sia riservato alla nuova Casa alpina, divenuta centro di tante energie e speriamo, di generose imprese.

Don Eugenio

Dicembre 1949

La Direzione annuncia che è stata presa la deliberazione di dare alla Casa Gavia il nome del suo donatore: il Comm. Michelangelo Virgillito. Abbiamo tardato a darne l'annuncio per diversi motivi. Era necessario innanzi tutto che l'opera fosse portata a termine almeno nella sua struttura generale, onde fosse un monumento degno della gènerosità del Benefattore. La Casa alpina "M. Virgillito" disporrà di una cinquantina di letti. I servizi hanno avuto uno spazio e uno sviluppo, che raramente si può trovare in costruzioni di alta montagna. A metri 2650 di altezza un impianto di cucina capace di 100 coperti, l' acqua corrente in casa con una decina di lavabi, acqua calda corrente ad ogni piano, come pure ogni piano una doccia con acqua calda. Per il prossimo anno vi sarà l'impianto elettrico autonomo per l'illuminazione. La posizione semplicemente stupenda. Le cime superano tutte i 3000 metri; ghiacciai e nevai danno al panorama il fascino dell'alta montagna. La strada di accesso giunge sino alla porta della casa, dopo una salita davvero emozionante, quanto sicura. Un laghetto alpino delizioso si arresta a poche decine di metri dalla Casa, dopo di a lambito le rocce, che fanno da trono ad un imponente ed artistico Crocifisso, che consacra quel luogo, già tanto bello. Il Comm. Virgillito volle per la gioventù operaia del Patronato questo angolo di Paradiso! "Dica ai suoi Giovani, ripetè più volte il Commendatore al Direttore del Patronato, dica che Virgillito è anch'esso figlio di operai, e come tale ha sempre amato ed aiutato gli operi”. L'ambasciata noi l'abbiamo fatta e possiamo assicurare che i giovani hanno compreso apprezzato molto il gesto del Comm. Virgillito, non solo per la dimostrazione della sua grande carità, ma soprattutto per la nobile intenzione di andare incontro oggi, in cui tanto ne sente il bisogno, agli operai, partecipando alla nobilissima azione sociale di elevare spiritualmente, moralmente e materialmente la classe operaia.

Settembre 1950

Quest'anno la nostra Casa di alta montagna ha visto aumentare la sua attività. Si trattava di creare una tradizione di disciplina, di spirito tali che assicurassero un avvenire sicuro e lusinghiero alla Casa. Gli ottimi risultati per le condizioni fisiche si sono manifestati soprattutto nei più giovani. Sua Eminenza fu assai soddisfatto nell'apprendere, dalle quote giornaliere, come ogni intenzione speculativa esulava dall'animo dei Superiori, di nessun'altra cosa preoccupati, che di vedere i giovani contenti e pieni di sincero entusiasmo rientrare alle loro case per riprendere con maggior fervore ed energia i loro doveri. Peccato che la mancanza dei mezzi finanziari non ha permesso la sistemazione definitiva dell' arredamento interno. Lo sarà, speriamo, per il futuro anno. Il Signore sa che tutto venne fatto con gravissimi sacrifici, per il solo scopo di fare del bene ai nostri giovani. Ci dia la grazia che tutto ciò non sia stato fatto invano! Dalle impressioni raccolte ci sembra di poter sperare bene, soprattutto per l'avvenire.

Settembre 1951

Aumentato il numero degli ospiti: raddoppiate le giornate di presenza. Maggior concorso dei più giovani e perciò dei più entusiasti. Belle passeggiate. Tempo assai favorevole. Caratteristica del 1951: un cuoco eccezionale! Più assidue le pratiche di pietà: la S. Messa e le S. Comunioni nei giorni feriali. Buon segno! Frequenti le "chiaccherate" formative. Molta cordialità fra gli ospiti. L'autodisciplina nuovo metodo. Risultato promettente. Belle le gite e le scalate! Si desidererebbe da qualcuno minor "poltronite!". Proibite le ascensioni pericolose. Incidenti: due alla macchina (qualche ammaccatura), uno alle persone: un taglio ad una mano. Perfetta guarigione. Dopo le vacanze dei giovani: lavori di arredamento, costruzione di un muro a secco sul fianco della casa con formazione di un terrapieno. Verniciatura del tetto e di tutte le imposte. Pavimentazione e zoccolatura in larice di tutto l'ultimo piano. Zoccolatura e pavimentazione di tutti i corridoi e delle scale. I giovani il prossimo anno stenteranno a riconoscere la loro Casa, già pur tanto bella. Si moltiplicheranno i frutti?

Settembre 1952

Il numero è assai cresciuto. E cresciuto è anche lo spirito di disciplina: il che nei giovani dai quattordici ai vent'anni è proprio una vera conquista. Speriamo sia duratura. L'organizzazione della Casa è migliorata anche quest'anno. I Superiori hanno avuto il conforto di vedere che si fa strada nei giovani la convinzione della ubbidienza e la comprensione della grave responsabilità dei Superiori di fronte ai genitori nel portarli in posti stupendi, ma anche pericolosi. Oltre all'attrezzatura, quest'anno si sono avute novità nelle passeggiate: sia per la loro organizzazione, sia per le nuove mete. Vi immaginate; cari Benefattori i nostri giovinetti, fare colazione (una ventina) su un ghiacciaio con tanto di scodelle e brodo caldo? Ve li immaginate tutti pettoruti esercitarsi a valicare certi crepacci da far inorridire... almeno le mamme? Da quest'anno oltre il Direttore della Casa fu presente un altro sacerdote nella qualità di Assistente spirituale. I benefici non sono mancati. Così continueremo nei prossimi anni. Un grazie a Don Ubaldo Valentini, ormai vecchio amico del Patronato. Nessuna malattia, nessun incidente, nonostante le circostanze le più impreviste e le più pericolose. Prima di chiudere la Casa la neve ha voluto completare il programma con una nevicata eccezionale (40 cm.). Non mancavano che gli sci! Ed infatti fu questo l'ultimo dei divertimenti in quel paradiso, che ha estasiato tutti i giovani ospiti fortunati dell'ultima settimana. Una liete vacanza, che è un impegno di generosità per tutta l'attività dell'anno scolastico. Il Signore ci tenga sempre sotto la sua protezione: i ricordi più belli li porteremo di lassù.

11 Settembre 1954

Si chiude la Casa del Gavia. Nemmeno il più piccolo incidente o indisposizione (se si fa l'eccezione benigna per qualche indigestione... colpa dell'aria troppo fine!) ha turbato la serenità della Casa. La protezione del Signore è evidente, quando si pensi che la Casa è a 2650 metri e che le passeggiate si svolgono su montagne o su ghiacciai che impongono attenzione e prudenza anche alle persone più competenti. Giovani la protezione del Signore bisogna meritarla sempre coll'ubbidienza ai Superiori, la preghiera e con l'amore per il vostro Patronato!

31 Agosto 1956

S. Ecc. Mons. Giovanni Battista Montini, Arcivescovo di Milano, visita la Casa del Patronato S. Antonio al Passo di Gavia. Per i posteri registriamo la cronaca della giornata. Nel pomeriggio, mentre i giovani si apprestavano a scendere a Pontedilegno per invitare Mons. Montini, fermatosi ivi un giorno, a salire al Passo per visitare la loro casa, ecco Monsignore arrivare con il suo segretario, Don Macchi, e con Mons. Pignedoli, proprio alla soglia, fra lo sbalordimento dei pochi giovani presenti e del Direttore accorso alla chiamata dei giovani. Visitò la Casa, che era tutta... in disarmo, in preparazione della chiusura della stagione. Accettò e volle assaggiare la "specialità" della casa: il liquore Gavia! Benevolmente acconsentì di posare per un gruppo fotografico e per una ripresa ... cinematografica, da proiettare per i rimasti a Milano. Si godette alcuni minuti dello spettacolo magnifico di un gregge, fermatosi proprio attorno alla Casa e, salutati i nostri giovani che erano rimasti ammutoliti, partiva per Milano. Il cronista del Gavia alla sera riempì pagine e pagine di diario!

passo del Gavia la casa, 31 agosto 1956 Mons. Montini, Mons. Pignedoli e Don Macchi con gli ospiti della Casa

Mons. Montini, Mons. Pignedoli e Don Macchi con gli ospiti della Casa

14 Luglio 1958

Anche la Casa di alta montagna, al Passo di Gavia {2652 mt.), riprende la sua vita. Quest'anno c'è un insolito fervore: c'è da preparare la inaugurazione della nuova sistemazione. 'Quindi quaranta giovani, il primo scaglione, dimostra subito uno spirito di adattamento encomiabile. Adattarsi a vivere con la Casa messa a soqquadro dai muratori, falegnami, imbianchini occorre possedere un affetto, pari all'aspettativa di una festa tanto desiderata, attesa e preparata. E il Signore premia tanto ardore con una vacanza bella davvero.

4 Settembre 1958

LA CASA D'ALTA MONTAGNA "MICHELANGELO VIRGILLITO" AL PASSO DI GAVIA (M. 2652) FELICEMENTE INAUGURATA E BENEDETTA.

Preparata così, con tanto entusiasmo, non poteva che riuscire una giornata indimenticabile! Il Signore poi ci volle regalare una magnifica giornata di sole e di colore. Ben trecento persone, tutte "motorizzate ", si diedero convegno in una gara commovente di ansiosa attesa ed incontenibile entusiasmo. Mons. Montini, spiacentissimo di non poter venire, come in precedenza aveva desiderato, delegò Mons. Andrea Ghetti a rappresentarlo consegnandogli una lettera. Il Sindaco di Pontedilegno, che aveva tanto volentieri assicurato il suo intervento, fu costretto a mandare il vice-sindaco geom. Bulferi. Il Comm. Virgillito, che aveva assicurato il suo intervento entusiasta, fu fermato a Milano da indisposizione. Non si poteva però procrastinare oltre la data della inaugurazione; la stagione era già troppo inoltrata, ed un cambiamento delle condizioni meterologiche avrebbe potuto compromettere seriamente ogni cosa. Infatti pochi giorni dopo, si ebbe brutto tempo! Una carovana di macchine e di motociclette arrivò da Milano nelle primissime ore del mattino. La Casa nella sua nuova veste, ancora intatta, appariva agli sguardi attoniti, circondata da una catena superba di cime e di ghiacciai, in tutto il fulgore smagliante della sua bellezza e dei suoi colori. Su ogni finestra fiori: fiori bellissimi, che nessuno si sarebbe sognato a quell'altezza. Giunse Mons. Ghetti, rappresentante dell' Arcivescovo, col rev.mo Don Antonioli, parroco di Pontedilegno. Una brezza fin troppo fresca, molto utile a tenere il cielo terso e smagliante, consigliò la celebrazione della S. Messa al chiuso. I giovani della Casa in pochi minuti provvidero a trasformare la chiesetta di S. Matteo per renderla adatta per la cerimonia. Mons. Ghetti celebrò la S. Messa e al Vangelo rivolse agli astanti un discorso. L'inno dell'Oratorio chiuse solenne e possente la cerimonia. Poi rapidamente tutti si ritrovarono attorno alla Casa. Mons. Ghetti procedette alla benedizione della Casa, quindi lesse una lettera inviata da Mons. Montinì. Ne riportiamo il testo:

Al molto Rev.do Don Eugenio Bussa,

che dopo lO anni di iniziale e felice funzionamento, ufficialmente inaugura la Casa alpina al Passo di Gavia, del Patronato S. Antonio di Milano, il mio saluto e la mia benedizione, che di cuore estendo ai Benefattori, al Promotore, agli amici del Patronato, e specialmente ai cari giovani, che vi fanno parte e che sono e saranno ospiti del bello e provvisto edificio, affinchè, dal soggiorno alpino, traggano conforto fisico e spirituale, e sopra l'opera geniale e benefica

aleggi sempre vigile e materna, la protezione di Maria Santissima.

G. B. Montini - Arcivescovo.

Il Vice Sindaco Geom. Bulferi tagliò il nastro e le Autorità (erano presenti buona parte d( Consiglieri del Patronato) entrarono per la visita della Casa. Poi, pochi minuti dopo ci f l'invasione...! Invasione pacifica, esultante, commossa. I visitatori, entrando, ne ricevon subito una immediata sensazione, che dice quanto diversa sia quella Casa da tante similari e 1 rendono conto del secreto, che la rende ancor più bella, più attraente più cara. Comprendono come ne possa essere oggetto di tanto amore e come possa divenire strumento di un bene immenso. Ecco a che cosa sono serviti i lunghi anni vissuti lassù finora: a crearne lo spirito, precisarne le regole, ad attuarne gli ideali. Ed oggi con vero orgoglio possiamo scrivere sulla Casa il nome dell'Illustre Benefattore, colla coscienza di avere bene meritato la sua stima e la sua generosità. Quando tutti si godevano quella festa di luce un improvviso allarme destò ansietà generale: da una selletta del Monte Gavia giungevano segnali di aiuto. I binocoli puntati confermano le prime incredule interpretazioni! Pochi minuti ed un gruppo di giovani, con Don Eugenio partirono veloci con corde, piccozze e mezzi di conforto. In mezz'ora si bruciò la strada di un'ora e finalmente, mentre dal basso seguivano con ansia la manovra di avvicinamento, i gruppo pericolante ( un papà con due piccoli figliuoli) che si era, evidentemente per troppa inesperienza, cacciato in pericolo, fu portato sul sentiero e rapidamente riportato a valle Sollievo generale e sorrisi di soddisfazione: il senso della sicurezza era apparso agli occhi d tutti come una prerogativa tanto importante quanto ignorata della Casa. Ed un senso d fierezza subentrò nei nostri giovani, apparsi improvvisamente depositari di tanta esperienza e dedizione! L'episodio ci permette di segnalare la missione che la Casa, da anni, silenziosamente compii a beneficio di persone pericolanti o bisognose di qualunque assistenza. Nessuno può entrare in casa per acquisti o per qualsivoglia ragione, ma se una persona si trova in pericolo o bisognosa di assistenza, trova i nostri giovani, in qualsiasi ora del giorno o della notte, col sole o colla tormenta, pronti ad ogni soccorso sicuri, generosi, disinteressati. La cronaca del soccorso riportata dai giornali L'Italia, Corriere della Sera, Domenica de Corriere, diede la stura a tutti i commenti che i fortunati reduci riportarono a Milano, nel nostro rione. I nostri cari giovani, ritagliando i giornali, ci diedero la gioia di poter sperare e contare su un affetto che farà, per l'avvenire, veri miracoli!

passo del Gavia la casa, 14 settembre 1958
21 Settembre 1958

Una seconda spedizione di persone, desiderosa di vedere le "meraviglie' della nostra Casa del Gavia, inaugurata la domenica precedente, salì fin lassù. Ne sono entusiaste e nonostante la nebbia fittissima (mai visto nulla di simile al Gavia) ci sarà chi vorrà scrivere per ringraziare ed esprimere la propria ammirazione.

8 Agosto 1959

Superfluo segnalare tutte le imprese dei nostri giovani: ma un'altra, audace, bisogna pur segnalarla. La conquista, per la prima volta della "Cima Vioz", dal rifugio Mantova. Quest'anno la stagione favorevole ha permesso una eccezionale attività e scalate particolarmente impegnative. Sua Eccelenza Mons. Schiavini, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Milano, onora con una sua visita la nostra Casa del Gavia. Vi celebra la S. Messa amministrando a tutti i giovani la S. Comunione. La visita della Casa ha lasciato Sua Eccellenza profondamente sorpreso e commosso. Ebbe parole di ammirazione e lasciò sul diario della Casa la sua parola di augurio e benedizione! Grazie Eccellenza, lassù abbiamo bisogno di una particolare protezione celeste.

18 Settembre 1959 

Si chiude l'attività della Casa del Gavia. Il più contento è il Superiore che sente alleggerirsi di tanta responsabilità le sue spalle! Ma va detto che ragazzi e giovani tornano contenti, con l'entusiasmo di riprendere, nel pensiero alla prossima vacanza, i loro doveri del nuovo anno scolastico. Una vacanza passata così bene si trasforma in santa energia per i propri doveri. Questo lo scopo di tanti sforzi e tante energie impiegati.

8 Giugno 1960 

Il Giro d'Italia transita al Passo di Gavia. La nostra Casa d'alta montagna diventa centro di soccorso della tappa, che diverrà epica e vedrà il trionfo del corridore Massignan. Una folla di migliaia di persone sparsa lungo l'ardimentosa strada e d'attorno alla Casa, con Autorità e sportivi; la neve coi suoi muraglioni, le ansie, il tempo burrascoso hanno creato attorno alla nostra Casa una leggendaria storia di ardimento, di stima, di ammirazione. Ci spiace che i nostri giovani non hanno potuto essere testimoni di tanta esaltazione: si sarebbero sentiti pieni di orgoglio per essere gli ardimentosi ospiti della Casa del Passo di Gavia! Appena terminato il transito della Carovana dei "girini" il tempo si arrabbiò e, quando tutti ormai si erano affrettati a scendere, la tormenta prese a soffiare. Un' ora prima avrebbe cambiato quell'epopea in tragedia!

passo del Gavia la casa, 8 giugno 1960

8 Giugno 1960 Il Giro d'Italia transita al Passo di Gavia

8 Luglio 1960 

Si apre la Casa d'alta montagna al Passo di Gavia. La Casa è al completo e l'entusiamo, specie delle "reclute" è alle stelle. La stagione, quest'anno, ci ha riservato niente altro che freddo, nebbia, e neve! Ma il brutto tempo non è bastato a mortificare gli entusiasmi dei giovanissimi nostri alpini. C'è da domandarsi cosa avrebbero fatto se avessero avuto la fortuna di un tempo migliore. In compenso furono attuate importanti iniziative interne con un risultato consolante e promettente. I nostri cari giovanetti non dimenticheranno tanto facilmente le lunghe "chiaccherate" di Don Eugenio dopo le quali traspariva la gioia di aver trasformato la vacanza in un vero riposo spirituale!

23 Luglio 1960 

Avvenimenti straordinari alla Casa del Gavia! Tutte le Autorità del Giro ciclistico d'Italia ritornano lassù per una cerimonia di ringraziamento. Mons. Pirovano, vescovo missionario, il Senatore Donati, gli organizzatori del Giro Ambrosini e Torriani, Bartali, il campionissimo, Compagnoni, l'eroe del K2, i sindaci di Pontedilegno e di Valfurva, uno stuolo di altre Autorità e giornalisti si danno convegno alla nostra Casa. Don Eugenio dà a tutti il benvenuto e numerosi discorsi precedono la visita alla Casa. Sorpresa e stupore! Ammirazione e congratulazioni sincere sono la conclusione. I nostri giovani sono fieri, anche perché viene dagli organizzatori offerto loro un panettone e un libro che racconta loro le gesta di ... Bartali, che tutto infreddolito affronterà la non lieve fatica di "autografare" tutti quei libri (ben quarantacinque!). Celebrazione della S. Messa ( ringraziamento alla Cappella di San Matteo e poi banchetto ed altri discorsi! Dopo il banchetto Don Eugenio approfitta della bontà di Bartali per fare insieme un fotografia da far ... schiattare di invidia tutti i suoi giovani, più o meno sportivi! Tutto sommato: una giornata, per i nostri giovani, proprio indimenticabile ... storica!

11 Aprile 1961 

I contrabbandieri hanno fatto un regalo alla nostra Casa d'alta montagne sfondata una finestra hanno lasciato sottopra la Casa, forse per il dispetto di non aver trovato nulla da asportare! E così Don Eugenio con un gruppo di coraggiosi salgono fin lassù i condizioni da ... K2. La Provvidenza ci ha messo evidentemente la sua mano, se tutto è andato bene.

12 Settembre 1961 

Si chiude la Casa d'alta montagna. I Superiori hanno un grande sospiro di sollievo! Non è il sacrificio che pesa, ma la gravissime responsabilità. Anche al Gavia, per la prima volta abbiamo visto dei vuoti! Pensiamo che per il Gavia la causa di codesti vuoti sia di natura diversa da quella su accennata per la colonia de mare! Qualche anziano dice che "hanno già conquistate tutte le vette di quell'arco alpino!" Superiori pensano invece che qualcuno preferisca conquistare... qualcosa d'altro!

16 Luglio 1962 

Altra gravissima responsabilità: si apre la nostra Casa d'alta montagna, a Passo di Gavia: a metri 2652, per i nostri giovani. La data d'apertura fu, quest'anno, assai ritardata perché la neve, caduta abbondante nella primavera scorsa, faceva ancora bella mostra di se su quelle vette! La strada del Gavia, passata col 1961 all'A.N.A.S., attendeva che ci si ricordasse di lei. Speriamo pei prossimi anni nella Provvidenza divina e nella maggio sollecitudine degli uomini!

28 Agosto 1962 

Don Eugenio, per "salvare l'onore del Gavia ", prima di chiudere la Casa d'alta montagna e visto che i suoi giovani cominciano a preferire la spiaggia, e relative "attrazioni" (!?!) con un cooperatore, un giovane ed un ragazzo compie l'ascensione al Cevedale (metri 3800) nonostante la sua età, alquanto... avanzata! Giovani cari, è un segno preoccupante vedervi preferire la spiaggia alla montagna! Chi non capisce più le grandi lezioni della montagna comprenderà poco anche quelle dello spirito. La disciplina, la vita dura, l'ardimento,la conquista delle vette immacolate erano, un giorno non lontano, il vostro sogno! Volete dire ai vostri superiori con schiettezza qual è la vera ragione di un così radicale mutamento di "gusti "? La vostra Casa è rimasta quella di sempre: nulla è cambiato nel suo spirito, nelle sue regole, nel suo programma! Non siete cambiati voi per caso? Fortunatamente le giovani leve, che vi seguono, hanno ancora gli slanci vostri di un tempo! I Superiori faranno di tutto perché li conservino!

15 Luglio 1963 

Un grave incidente turba la tranquilla e rumorosa vita della nostra Casa del Gavia. Un giovane ospite, alle prime armi con la montagna, alla prima passeggiata, rotola su una morena e si ferisce seriamente. Nello stesso giorno altre due comitive avevano spiccato il volo, data la splendida giornata. Don Eugenio, tornato con i più piccoli alla Casa, apprende la notizia portata da due ardimentosi, riparte immediatamente per raggiungere ( preceduto da quattro giovani, partiti al primo allarme) l'infortunato e il gruppo dei compagni. Dopo la medicazione e l'apprestamento del mezzo di trasporto (una coperta, munita di dieci legacci ricavati con la corda di montagna!). Il trasporto difficilissimo e l'oscurità sopravvenuta costrinsero al pernottamento a quasi 3000 metri d'altezza in mezzo alla nebbia e con un freddo preoccupante! Un gruppo di venti giovanetti e giovani, attorno al loro compagno ferito, assieme alloro Superiore in gara tutti per prodigarsi per ogni occorrenza, passava così, dopo essersi abbassato in una cunetta per meglio ripararsi dalle correnti fredde che scendevano dalle cime coperte di neve, una notte intera. Non la più piccola crisi di stanchezza, di scoraggiamento, di diserzione; perfino di strapazzo. Nemmeno un raffreddore! Nemmeno il più piccolo malessere! Stretti ed abbracciati l'un l'altro, per conservare al massimo il calore ,della persona; dette preghiere serali e mattutine, riscaldati (moralmente!) al falò di un pacchetto di ... stuzzicadenti o alle sortite delle ... barzellette (le più fredde), corroborati da una colazione mattutina eccezionale (tre panini in venti persone!) hanno resistito in un modo, che avrebbe lasciato incredulo l'ottimista più incallito. Don Eugenio calcolava le ore all'arrivo alla Casa con previsioni che solo lui poteva capire, ma che ottenevano il risultato di credere incrollabilmente che sarebbe arrivato il momento (dolcissimo!) di sdraiarsi su di un letto o di sedersi poi alla più lauta mensa! Prima della levata del sole, una buon ora e mezza di ginnastica sempre fermi sullo stesso sasso! Poi finalmente in cammino per giungere, dopo un logorante alternarsi di brevi tappe e più lunghi riposi, a pochi minuti dalla meta: il Lago Negro ove attendevano la macchina ed i soccorsi. "Dulcis in fundo", mentre Don Eugenio si apprestava con due giovanetti per formare un piccolo guado per far passare il ferito, ecco comparire un gruppo di guardie di finanza armate di corde, piccozze, ramponi, sacchi, barella, ecc. Chiesero "Avete, visto, per cortesia, un gruppo di ragazzi con un sacerdote ed un ferito, che si sono persi sul Pietrarossa?". "Siamo noi!" rispose Don Eugenio. Allibirono, increduli. Don Eugenio era senza veste. Tutti si erano tolti qualcosa per riparare il compagno ferito. Il seminarista Villa, aveva dato il buon esempio, appena raccolto il ferito. Chiarito ogni equivoco, le buone guardie aprirono i sacchi: ne uscirono biscotti, cioccolata, cognac! Ai lettori immaginare la scena! Pochi minuti dopo il ferito era caricato sulla nostra macchina e portato dal dottore. Sulle campagnole dei finanzieri tutti gli altri giungevano felici a casa. Quattro giorni dopo una grande festa: ritornava l'infortunato! Scomparso ogni pericolo di complicazione, con quattro punti e un bel cerotto sulla testa (trascurabile le numerosissime escoriazioni) faceva il suo ingresso nella Casa accolto da un trionfo di gioia e di effusioni da mettere in pericolo, un' altra volta, la sua incolumità. La visita del padre, prima, e della madre poi, saliti fin lassù suggellava l'episodio. I genitori rimasero profondamente colpiti dalla generosità e dalla affettuosità dei compagni del loro figlio. Messi al corrente di ogni particolare, piansero di commozione guardando in faccia quanti li circondavano! Il sorriso di quei volti fugarono gli ultimi resti di una terribile paura. Don Eugenio ebbe la sua parte di soddisfazione, dopo la tremenda prova. Partita la mamma ad un giovane, che gli confidava "ma se le guardie non ci avessero incontrato sotto il Lago Negro sarebbero finite sul ghiacciaio del Pietra rossa e avrebbero girati chissà fino a quando!" "Saremmo andati noi a prenderli" "Ma, sicuro, sarei pronto un 'altra volta, con lei non ho paura!" Nella disgrazia molte furono le soddisfazioni pei Superiori. Fu il primo incidente in quindici anni di vita della Casa del Gavia ed il Signore ci tenga lontano il secondo. Ma il vedere giovanetti e giovani possedere tanta fortezza (prima morale e poi fisica!), tanta generosità e tanta fiducia nei Superiori fu certo per Don Eugenio un grande conforto che, al disopra di tante difficoltà, lo aiuterà a continuare nel suo apostolato.

9 Ottobre 1965 

Un gruppo di giovani sale alla Casa del Passo di Gavia. Deve riportare a Milano diverso materiale. Approfitta per staccare dalla croce del lago Bianco il Cristo (di legno in grandezza quasi naturale) per riportarlo a Milano. Ha bisogno di molte riparazioni. Sarebbe un peccato che si rovini definitivamente. È stato deciso di: calarlo dalla croce ogni fine stagione, per evitare che rimanga immerso nella neve per ben sette mesi; metterlo al riparo nella nostra Casa per rimetterlo al suo posto all' aprirsi della stagione. È troppo caro agli amatori delle bellezze del Gavia e troppo necessario per foto ricordo (a migliaia o a milioni?). E un ricordo che può far sempre bene!

16 Luglio 1967

Parte il primo scaglione dei nostri giovanetti e giovanotti per la Casa d'alta montagna. Siamo in forte ritardo: due settimane di vacanza perse dai nostri ragazzi. E anche qui la colpa è ... dello Stato, che dopo averci aumentato le tasse anche sulla Casa di montagna, in compenso non sgombra la neve che interrompe la strada! E questo dura da tre o quattro anni, da quando la strada da provinciale divenne ... statale! Così abbiamo da qualche anno il grave problema del ritardo dell' apertura e relative conseguenze. E se dovessimo dire che ci siamo offerti a nostre spese e con le nostre braccia a togliere le poche "lingue" di neve, che, nelle anse, tardano a sciogliersi, e l'A.N.A.S. ce lo ha proibito! I nostri Benefattori ci crederebbero? È la pura verità. E così, tra mille difficoltà, si tira avanti sperando in una comprensione maggiore di tanti sforzi.

passo del Gavia la casa, 16 settembre 1967

passo del Gavia, 16 Luglio 1967

26 Agosto 1967 

Si iniziano i lavori alla nostra Casa d'alta montagna "M. Virgillito" compie nel 1968 il ventesimo anno di attività e perciò si prende l'occasione per apporre migliorie e per compiere lavori di restauro.

8 Settembre 1967 

Si iniziano i lavori per l'impianto nuovo di riscaldamento alla Casa di montagna. Siamo a metri 2652 s.m.! L'avvenimento è di soddisfazione per i "giovani", ma lascia perplessi i "vecchi", che ha vissuto lassù i primi anni (anni eroici!) quando non si sentiva bisogno di riscaldamento. I Superiori diplomaticamente hanno sentenziato: "Bisogna camminare col... progresso!".

10 Maggio 1968 

L'Insegnante Sig. Dante Vitalini, guida apprezzatissima ed amatissima della nostra Casa di montagna, al Passo di Gavia giunge da Bormio per serata di proiezioni, magnifiche diapositive sulla zona del Gruppo Ortles Cevedale: la nostra palestra. Si sono viste diapositive da trasecolare i fotografi esigenti e inorgoglire, davanti ai genitori spaventati, i nostri giovani protagonisti di certe ascensioni da far gridare ai trucchi del fotomontaggio! Alla nostra impareggiabile guida il nostro più cordiale ringraziamento. E chi li ferma onnai "Guida e Giovani" dal sognare conquiste e vittorie sempre più audaci? Don Eugenio spera nel Signore!

passo del Gavia, la casa, 10 maggio 1968

passo del Gavia, la guida Dante Vitalini, 10 Maggio 1968

5 Settembre 1970 

Raduno di Ex-Allievi e famiglie nella nostra magnifica Casa del Gavia. È la prima volta che soggiornano anche i famigliari. Due giornate indimenticabili. La S. Messa con la trasmissione della musica delle Sette Parole; i pranzi e ancor meglio le cene, le serate, i canti, le ascensioni ardite (a non più di 500 metri di raggio dalla Casa!). L'inaugurazione del nuovo gioco delle bocce (il più alto d'Europa, secondo i certi calcoli di una rivista che noi dobbiamo ritenere seria!). Naturalmente e secondo le previsioni la prima partita l'ha vinta la "Marca Stella ". Se non sapete chi è chiedetelo agli Ex-Allievi. Alla sera del 6 Settembre i più entusiasti non volevano andarsene e ciò preoccupa Don Eugenio che, suo malgrado, pensa che, per gli anni prossimi, l'appetito vien mangiando!

5 agosto 1971

Sua Ecc. Mons. Ferraroni, Vescovo Ausiliare di Como, onora la nostra Casa del Gavia, con la Sua visita ambitissima. Ammira l'attrezzatura, l'incantevole posizione, le belle facce abbronzate dei nostri giovanetti. Quelle brutte erano sul ghiacciaio dei Forni intente a farsi riprendere in un filmetto. AI rinfresco, Sua Eccellenza ebbe parole di lode a non finire! Don Eugenio ascoltava con una certa faccia! I suoi ragazzi lo guardavano soddisfatti; felici di così autorevole rivalsa contro Don Eugenio ... quasi mai contento della loro ubbidienza! La sua propiziatrice benedizione e una bella foto-ricordo suggella la giornata: splendida di gioia e di sole!

4 Settembre 1971 

Secondo raduno (ormai ci hanno pigliato gusto!) degli Ex-Allievi al Gavia. Non si può dar loro torto: due giornate di libertà ... dalla moglie; due giornate di sole e di aria pura; due giornate di tanta allegria, nostalgia ecc. Una robusta giustificazione del loro secondo raduno era la preannunciata visita di Sua Eccellenza Mons. Maggioni, Vescovo Vicario della Diocesi di Milano. La S. Messa, la S. Comunione, il pranzo, i discorsi, l'ispezione alla Casa e ai dintorni, il gruppo fotografico, la S. Benedizione finiscono per commuovere (ormai sono un po' ... anziani!) gli Ex-Allievi. Partito sua Eccellenza, la sera del 4 settembre, la cena acquistò un tale calore di intimità e di rievocazione da meravigliare e commuovere anche le domestiche, che delle due giornate, hanno sopportato il peso. Il giorno 5, domenica, non fu che la naturale continuazione della giornata meravigliosa antecedente, con la differenza del commiato, avvenuto però con misteriosi propositi e progetti pel futuro!

5 Luglio 1972 

La neve ritarda la preparazione della nostra Casa d'alta montagna al Passo di Gavia: ma un gruppo di coraggiosi nostri giovanotti sale ugualmente lassù per predisporre il necessario all'apertura.

13 Luglio 1972 

Il blocco della neve è spezzato: incominciano le prime scorrerie, le prime esperienze delle reclute e primi scherzi degli... anziani!

11 Giugno 1973 

AI Passo di Gavia hanno iniziato i lavori di ampliamento della nostra Casa d'alta montagna "M Virgillito ", in occasione del 25° annuale anniversario della sua fondazione. Cinque lustri di attività entusiasmante. Scopo dell'ampliamento: dare maggiore capienza all'aumentato numero degli ospiti; maggiore comfort alle aumentate esigenze degli l'tessi, ma soprattutto iniziare un'altra attività di bene: l'assistenza alle ragazze che, dopo l'esproprio del loro Oratorio Femminile, nel nostro rione (l'Isola Garibaldi) sono rimaste completamente abbandonate. I lavori partono con lo slancio e col coraggio che le difficoltà esigono: lontananza da ogni fonte di rifornimento, altezza sul livello del mare (mt. 2652!). Condizioni metereologiche talvolta proibitive, mezzi finanziari troppo scarsi. La bontà della causa merita decisioni... eroiche!, quindi si rimboccano le maniche e ... all'opera!

passo del Gavia la casa, 11 giugno 1973 restauri

passo del Gavia, lavori di ampliamento, 11 Giugno 1973

3 Settembre 1973 

Alla chetichella un gruppo di ragazze sale con Don Eugenio al Gavia: u decina. Si fermeranno pochi giorni: i ragazzi (i loro ... fratelli, come li chiama Don Eugeni se ne sono andati! Sono venute a vedere, a controllare di persona se veramente la nuo costruzione è onnai una realtà, come tanto se ne parla a Milano. Prendono possesso de] Casa, ne respirano l'atmosfera di famiglia, fanno qualche scorribanda sui ghiacciai soprattutto ... fanno fotografie. Che succederà la prossima estate quando la Casa sarà aperta anche per le ... "Sorelle "?

13 Ottobre 1973 

La neve blocca la nostra Casa del Gavia. Dura lotta contro il freddo. Nel nuova costruzione mancano i vetri. C'è pericolo di rovinare tutte le solette appena costruii Bisogna però ...fuggire. Lasciamo col terrore di non poter ritornare. Il personale lascia la Casa al completo, ma i giovani sperano di poter risalire.

25 Ottobre 1973 

Con una campagnola opportunamente attrezzata Don Eugenio, con un gruppo di ardimentosi e un falegname, sale al Gavia. La strada di 13 km. di salita esige, d’estate, una trentina di minuti. S'impiegano invece ben 4 ore e mezzo! Chi avesse, da lontano assistito a certe acrobazie della campagnola e ai lavori forzati di spalatura, avrebbe pensato a un gruppo di ... pazzi! Ma il carico di un quintale di vetri doveva arrivare, prima di mettere gli antoni di protezione! Ce l'abbiamo fatta! Svuotato l'impianto dell'acquedotto (che sfaticata!) e chiusa la Casa si riparte coll'incubo delle tenebre! Beh! Diciamo la verità quella bottiglia di vino bevuta appena giunti a S. Caterina è costata ben cara! Un po' di cena e, tanto per riposare, tutti in macchina per ritornare a Milano: appena 4 ore e mezzo. Niente male: al mattino dopo, quegli ardimentosi sarebbero pronti a ritornare daccapo al Gavia, piuttosto che andare ... a scuola!

24 Agosto 1974 

Partono i giovani dal Gavia: devono lasciare il posto alle ragazze (Don Eugenio le chiama le... sorelle) che saliranno per la prima volta anche loro lassù. Infatti al...

25 agosto 1974 

Arrivano e occupano ...la Casa! I “fratelli" hanno notato delle coincidenze: il tempo si è fatto bruttissimo e, dopo tanti anni, sono ricomparse, nei dintorni della Casa, vipere! Chi volesse metter in dubbio la notizia sappia che esistono le fotografie. Inutile di che le ragazze non hanno raccolto le malignità, ma hanno, con disinvoltura, iniziato il grani esperimento della nuova comunità. "Per fortuna - dirà Don Eugenio - ho cominciato solo con una ventina! Che accadrà l'anno prossimo quando un turno sarà di 52 ragazze alla volta?

7 Settembre 1974 

Si fugge: la neve minaccia di bloccarci. Chiusura precipitosa della Casa.

30 Settembre 1974 

Partenza, prima della levata del sole da Milano - ore 10 a S. Caterina - ore 12 la nostra macchina (c'è già la neve gelata!) va ad urtare una roccia. Col piccone si raddrizza una portiera e il cofano. Alle ore 14 siamo al Gavia. Prelevate le batterie, il gruppo elettrogeno, tolta l'acqua corrente, messi tutti gli antoni alle finestre si parte alle ore 17,30. Ore 18,30 spuntino; alle ore 23 a Lecco il motore della nostra macchina non ce la fa più: fonde! Ore l; giunge il camioncino di due fratelli, bravi Ex-Allievi, a rimorchiarci. La Polizia chiude benevolmente un occhio. Ore 2,30 siamo a Milano: finita la vacanza del Gavia: "Deo gratias!" Le abbiamo provate proprio tutte! Ma chi sa indovinare cosa è rimasto nel cuore dei centoventi 'fratelli" e "sorelle", che hanno avuto la fortuna di vivere giornate indimenticabili lassù? Nella stessa giornata i piccoli della scuola estiva hanno concluso, colle loro "Olimpiadi", i tre mesi estivi dell'Oratorio feriale. Non c'è respiro per i Superiori; è imminente l'inizio dell'Anno Scolastico.

20 Settembre 1975 

Chiusura anche della casa del Gavia. Ben 150 giovani ('fratelli" e "sorelle ") sono st,!!i protagonisti di una estate meravigliosa! Quali saranno i frutti di tanta gioia e fervore. Don Eugenio aspetta ...!

24 agosto 1976 

Arriva il primo scaglione di ragazze! Decisamente il tempo era favorevole ai ragazzi! Si batterà il record: dieci giorni di acqua! Chiuse in Casa, a metri 2652, cosa possono combinare più di trenta ragazze (arriveranno poi a 52!) dell'età dai 13 ai 16 anni? A salvare la situazione provvederà la fantasia delle più vivaci, la perizia della cuoca, la pazienza dei cooperatori in aiuto a Don Eugenio, che dichiarerà, in seguito, di avere fatto la penitenza dei peccati, che non... aveva mai commesso.

16 Settembre 1976 

Cose mai viste al Passo di Gavia! Ore 6,10: tutto il cielo è coperto. Ore 6,50: nubi d'oro per i riflessi del sole, che sta per nascere. Ore 8: tormenta, nell' oscurità più fitta: Lo spettacolo è impressionante. Don Eugenio teme il peggio: decide lo sgombero dalla Casa di tutte le ragazze. "Meglio scendere a Milano due giorni prima della chiusura, che farci prelevare dagli... elicotteri ". Ore 9: parte, in cerca di aiuto, il nostro Volkswagen: dopo un solo chilometro è bloccato. Due dei giovani di servizio, sotto la tormenta fanno 12 chilometri di strada per far salire una Land Rover di soccorso. Ore 11,30: pranzo celere, si caricano le valige. Il vento (commosso?) si acquieta per una mezz'ora. Ore 12,15: si parte. Riprendono le raffiche. La neve è diventata grigia; il cielo è nero o buio? Un'ora e mezzo dura la discesa. Ore 14 ... Il sole! Incredibile: tutti guardano verso il Gavia. Ma ormai è deciso: partenza per Milano. Per far passare la rabbia si canta, da S. Caterina Valfurva fino a Milano. Breve tappa all'Abbazia di Piona. I genitori, sorpresi dalle telefonate, si ritrovano tutti al Patronato per abbracciare le figlie... indispettite per l'anticipato ritorno. Ma DonEugenio telefona a S. Caterina (ore 19,45) e annuncia: "tempo brutto al Gavia!" Le ragazze dicono "Meno male! ... altrimenti...!" E ... convinte vanno a casa loro.

passo del Gavia la casa, 16 settembre 1976

passo del Gavia, 16 Settembre 1976

Il 16 Settembre 1976 

Don Eugenio, inconsapevole scendeva per l'ultima volta dal Gavia.

Il 29 Gennaio 1977 1a voce del Signore sussurrò all'orecchio di Don Eugenio:

"Hodie mecum", eris i Paradiso".

E Don Eugenio, come sempre obbedendo al Signore che per tutta una vita aveva amato, onorato, servito e testimoniato fino alla consumazione fisica salito in alto, molti più in alto d Gavia.

passo del Gavia la casa, settembre 1976 don Eugenio Bussa

passo del Gavia, settembre 1976

1977

Perché gli ospiti futuri ricordino l'ideatore e l'instancabile realizzatore della Casa, al Patronato S. Antonio viene deciso di reintitolarla al nome di Don Eugenio Bussa.

6 Settembre 1977 

Anche quest'anno una trentina di handicappati, guidati dal Prof. U. Dell' Acqua, buon amico del Patronato, fanno visita alla nostra Casa di alta montagna. Fra canti e giochi si rinnovano le proposte, le promesse e ci si lascia tutti con una cordialità mai provata.

UN INCONTRO CON I RAGAZZI HANDICAPPATI: UNA GIORNATA GAVIA DA NON DIMENTICARE

Quando li abbiamo visti arrivare la prima impressione è stata di un certo imbarazzo, un timore quasi, quel timore che chissà perchè prende sempre un po' quando ci si trova a contatto con persone che soffrono per qualche menomazione. Ma appena li abbiamo visti scendere dal pullmino e venirci incontro con la loro andatura un po' goffa, ma col sorriso sulle labbra, aperto, accattivante, disponibile e allo stesso tempo pieno di speranza, ogni timidezza, ogni indugio è caduto, ed è stato bello trovarci. Credo che nel cuore di ognuna di noi l'esperienza vissuta, in quel pomeriggio, in quelle poche ore, resti viva per lungo tempo. Abbiamo scherzato, cantato, giocato e riso tutti insieme; forse è stato l'ambiente ad unirci, la montagna riesce a fare anche di questi miracoli, ma c'era anche qualcosa di più: un desiderio di donazione reciproca, un senso di solidarietà e di amore che si è acceso quasi per incanto ed è arso vivo in quelle ore di allegria e di tristezza insieme, riscaldando i cuori di noi tutti. Ci hanno molto colpito i giovani accompagnatori di quei ragazzi, con il loro entusiasmo, la loro attenzione vigile eppure rispettosa, la delicatezza con cui sono riusciti ad unirci, sani e malati, su un unico piano, quello dell'amicizia e della simpatia. Quando sono andati via in molti di noi è sorto spontaneo il desiderio di incontrarci ancora, di andare noi da loro a ricambiare la visita, ma Don Sandro ci ha sconsigliato; è stato giusto cosi, forse un altro incontro non sarebbe stato altrettanto bello e spontaneo, forse quei ragazzi avrebbero pensato che era per pietà che tornavamo a cercarli. Oggi ripensando a quell'incontro, sappiamo con certezza che anche noi abbiamo ricevuto una cosa grande da loro, una lezione di vita, la prova che stare insieme non significa solo incontrarsi ma soprattutto donarsi con disinteresse e con amore.

Dal Diario Gavia delle sorelle

7 Ottobre 1977 

Ci giunge comunicazione telefonica da pontedilegno che la nostra Casa del Gavia è stata visitata ... dai ladri!

8 Ottobre 1977 

Sopralluogo al Gavia: si fa l'inventario dei danni e del materiale... asportato, che dovrà essere riacquistato per poter riaprire la Casa.

24 Giugno 1978 

Si segnala il primo viaggio di stagione al Gavia da parte di Don Sandro e di sette giovani volonterosi, viaggio veramente avventuroso per la troppa neve che ancora blocca la già impervia strada e che a due chilometri dalla Casa, si deve interrompere. Vista la situazione si incomincia a dubitare di mantenere la promessa di iniziare l'attività della Casa del Gavia per i primi giorni di Luglio.

5 Luglio 1978 

Dal Gavia giunge la notizia di una nuova abbondante nevicata. Scoraggiamento e fatica si insinuano nei coraggiosi che, sotto la guida rude ma sicura di Don Ambrogio, lavorano per tentare di aprire la Casa; Don Sandro teme per un momento di dover rinunciare al Gavia. Ma la tenacia è il nostro mestiere!

16 Luglio 1978 

Finalmente si parte per il Gavia con il primo gruppo. Per la cronaca dobbiamo dire che anche nel lontano 1962, il maltempo ci aveva costretti ad iniziare stagione il 16 luglio, riusciamo così ad eguagliare un "record negativo". Il sole e l'entusiasmo generale fanno dimenticare le tante fatiche dei giorni scorsi, I nell'animo di chi le ha compiute rimarranno esperienza di conquista e stimolo a l arrendersi troppo facilmente dinnanzi a qualsiasi ostacolo.

10 Agosto 1978 

L'albo d'oro della nostra Casa del Gavia segna una nuova conquista: la cima del PICCOLO ZEBRU' (mt. 3740) è stata raggiunta da diversi nostri giovani ospiti. Era 1 vetta che sembrava per noi stregata; impedimenti atmosferici, di volontà, di organizzazione di tempo, ci hanno sempre vietato di raggiungerla, indipendentemente dalle difficoltà che essa presenta, non certamente superiori a quelle che i nostri prodi giovani abitualmente affrontano e superano.

10 Settembre 1978 

Giornata memorabile al Gavia per i festeggiamenti a ricordo del 30° anno di vita. Non ci dilunghiamo nei particolari perché si è già parlato a lungo sull'avvenimento nel bollettino dello scorso trimestre Ma come potremo dimenticare tanto facilmente un così numeroso convegno ( circa 350) alla bella altezza di 2652 metri? Si è passato una giornata di letizia e di ricordi, ritrovandoci insieme, pensando e rievocando tante avventure giovanili. Naturalmente, Don Eugenio, l'ideatore e l'animatore della Casa, fu per noi tutti grande assente anche se ci guardava nel centro del grande refettorio tramite il ritratto appeso e lo si immaginava spiritualmente presente, particolarmente contento, indaffarate distribuire sorrisi, consigli e "pacche" sulle nostre spalle, come usava fare. Al nostro Direttore che presentava i ringraziamenti a Mons. Valentini per la sua partecipazione e per suo discorso, lo stesso Monsignore disse schiettamente che si sentiva lui in obbligo ringraziare tutti noi per avergli dato l'occasione di vivere una giornata così bella e singolare per il luogo, la compagnia, l'atmosfera.

passo del Gavia, 10 settembre 1978

passo del Gavia, trentesimo anniversario, 10 settembre 1978

28 Luglio 1979 

Il periodo delle reclute si chiude con la partenza per Milano dei giovanissimi, alpinisti! Sono in arrivo i "veci", quelli che la vacanza la sognano tutto l'anno! Quelli delle grandi ascensioni! Il loro programma contempla: Punta Vioz, Gran Zebrù, Presanella, Cima Cadini e "dulcii in fundo"... il Bernina. Ma al di sopra dei primati e delle cime c'è sempre una gran voglia di vivere il Gavia come meravigliosa esperienza e come un privilegiato luogo di incontro con il Superiore.

20 agosto 1979 

Il Gavia accoglie le sorelle ormai innamorate di questa magica Casa d'alta montagna. Contemplano la "brigata" il caro Don Peppino Conci e un gruppo di tecnici che dovranno sistemare definitivamente le opere murarie per il nuovo gruppo elettrogeno.

9 settembre 1979 

Le ragazze rientrano dal Gavia con incontenibile soddisfazione; anche per la serie ininterrotta di belle giornate che hanno permesso ascensioni alle vette tra cui il S. Matteo e il Cevedale. Per tutto il periodo ogni mattina incontro in Cappella, seguito da un pensiero spirituale formativo la cui eco speriamo possa manifestarsi nel secondo anno di Oratorio femminile.

29 Agosto 1980 

Dal 25 al 29 Agosto il nostro Arcivescovo Carlo Maria Martini si trova, per un corso di esercizi spirituali a sacerdoti assistenti dell' Azione Cattolica, a S. Caterina Valfurva. È così vicino al Gavia: perché non invitarlo? Detto ... fatto! E il Vescovo accetta: sarà al Gavia il giorno 29 alle ore 15. Con una confusione paragonabile a quella delle api nell'alveare, tutti si danno da fare per mettere in ordine la Casa, per renderla "come sposa adorna dei suoi gioielli". Un applauso festoso accoglie il Vescovo mentre, arrivato davanti la Casa, scende dalla macchina; poi un silenzio meravigliato e contenuto; mentre Carlo Maria stringe la mano uno per uno .a tutti i presenti, come uno qualunque dei tanti alpinisti che in montagna sente l'universale fraternità che abolisce le distanze e rende solidali. Mentre si avvia dentro la casa ricorda che lui vide, già nel 1947, l'Albergo Alpino Passo di Gavia! A questo punto non aspettatevi la cronaca di una scocciante accademia con saluti, inni, discorsi. Facciamo quadrato intorno ai tavoli: fuori i bicchieri, su con i cori, ma sì, anche la fisarmonica, e così passiamo un' oretta! Il Vescovo visita la Casa in tutti i dettagli salendo la scaletta fino al... Vaticano (auguri!). Gli viene quindi donato il nostro "Ricordo del Gavia ", fabbricato in Casa da uno degli ospiti presenti, che viene contraccambiato con un affettuoso pensiero scritto sul "Diario del Gavia". Il tempo vola e il segretario del Vescovo fa cenni che siamo alla fine della visita. Secondo tradizione, viene scattata la foto di gruppo sul muretto davanti la Casa. Poi il volante passa in mano al Vescovo che, preceduto da due nostre macchine, tranquillo, sicuro, affronta la "Statale 300" verso il Lago Negro. L'ultimo saluto nella confusione allegra... ecco,é alla curva... giù di volata, è sparito! Grazie Eminenza di aver capito il nostro rumoroso affetto, il nostro amore per le cose semplici e nostrane: la nostra profonda ignoranza non si è nemmeno sentita imbarazzata a fianco della sua specialissima cultura. Il Gavia per noi è questo. Vogliamo tenerlo così. È un luogo sicuro dove ci troviamo difesi e protetti (ha visto in cappella Colei che tiene salda in mano la nostra Casa come se fosse Gesù Bambino?). Il nostro cuore di figli spirituali osa offrire a lei la stanzetta più bella: bussi e ci troverà sempre pronti ad accoglierla, sia che splenda il sole sui ghiacciai scintillanti, sia che la bufera flagelli,. invano, l'abbronzato alpinista.

1980

Successivamente al 1980 nessun cronista ha compilato il diario di "Salviamo la Gioventù”

Terminiamo questo capitolo con lo scritto, pubblicato nel 1980, di un Ex-Allievo anonimo.

QUANDO ARRIVI AL GAVIA, SEI QUASI IN PARADISO

Avevo sentito decantare la bellezza del Gavia e lo spirito che unisce tutti lassù, in armonia e amicizia, ma sino a questa estate non ero masi riuscito a restarvi un po' di giorni per appurare ciò che mi era stato detto.

Al Gavia c'ero stato solo un paio di volte: la prima (con l'indimenticabile Don Eugenio) ero troppo piccolo per potermelo ricordare; la seconda volta fu due anni fa, ma vi rimasi solo mezza giornata, troppo poco per assimilare qualcosa! Finalmente quest'anno, la mia permanenza si è protratta per due settimane, ed è appunto queste due settimane che ho vissuto nello "spirito del Gavia "; lassù tutti i rancori e antipatie che esistono a Milano vengono cancellate: si vive in allegria, ci si trova tutti amici! Non c'è niente di più bello che conquistare una vetta tutti insieme in cordata, uniti nel corpo nello spirito, oppure del dar da bere dalla propri borraccia a quell'amico che ha sete.

Al Gavia si impara ad apprezzare il lavoro degli altri, ed è appunto per questo che lavora non costa più fatica: quello che fai serve a te ma anche a tutti gli altri, e così ti senti utile, apprezzato.

Anche la sera, dopo le fatiche della giornata, io godevo tantissimo nello stare in cucina vecchia, seduto accanto al fuoco della stufa, parlando con i miei amici della giornata trascorsa. Poi, prima di andare a letto, c'era una mezz'ora di raccoglimento nella quale esaminavamo, azione dopo azione, la giornata che stava per terminare, cercando di trovare gli errori commessi per correggerli.

La vacanza trascorsa al Gavia è stata diversa dalle altre, perché mi ha in parte modificato: mi ha fatto capire la bellezza della vita comunitaria e mi ha fatto apprezzare l'importanza alcuni valori umani riscoperti lassù, tra le cime proiettate armoniosamente verso il paradiso!

Leggi la storia del passo Gavia

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