campana commemorativa Caduti di guerra

Campana commemorativa Caduti di Guerra

Una storia poco nota

Il 10 giugno 1940 l'Italia entrò in guerra. Quasi 120 giovani del Patronato di Sant’Antonio, partirono per il fronte e diciassette fra loro non torneranno più. Per tutta la durata della guerra don Eugenio seguì costantemente i ragazzi del suo oratorio scrivendo ad essi regolarmente e ricevendone risposta. Di ognuno di essi custodiva la fotografia con i dati anagrafici e l'indirizzo di Posta Militare.
Ma la guerra non fu vissuta solo al fronte e Milano pagò un prezzo alto. Molte case del Quartiere Isola furono distrutte. Nel febbraio del 1943, a Serina, Val Brembana, don Eugenio aprì una casa di sfollamento per i bambini del rione le cui famiglie non potevano lasciare la città.
Nella casa di Serina furono ospitati molti bambini ebrei ai quali non fu proposta la religione cattolica.
Per questo motivo a don Eugenio Bussa, nel 1990, fu assegnata la medaglia di Giusti tra le Nazioni e un albero gli è dedicato a Gerusalemme.
Nell'agosto del 1943 i bombardamenti sconvolsero Milano e il Patronato di Sant'Antonio fu duramente colpito.
L'8 settembre 1943 arrivò l'annuncio dell'armistizio.
Alla guerra ancora violentemente in atto tra tedeschi e forze alleate si aggiunse la guerra di liberazione nazionale che in molti aspetti si configurò in una vera e propria guerra civile.
Don Eugenio protesse, nascondendoli, molti giovani del Patronato evitandone così la deportazione in Germania. Don Eugenio protesse anche molti ebrei e per una notte nascose anche Ferruccio Parri, primo Presidente del Consiglio Italiano del dopoguerra. Anche don Eugenio fu arrestato e rischiò la deportazione, ma a seguito delle dimostrazioni dei suoi parrocchiani e dell'intervento del Cardinale Ildefonso Schuster fu liberato dopo tre giorni di detenzione e interrogatori. Il 25 aprile arrivò il giorno della liberazione.
Don Eugenio questa volta scese in campo per difendere i fascisti dalle esecuzioni sommarie, senza processo. Nonostante il suo intervento tre persone furono messe al muro e fucilate con numerose scariche di mitra proprio davanti all'Oratorio in Piazza Minniti all'Isola. Nel muro dell'Oratorio restarono evidenti i segni causati dalle pallottole e don Eugenio ordinò che non fossero fatte riparazioni, ma che quei segni restassero come memoria di quanto era accaduto. A guerra finita don Eugenio lavorò per la ricostruzione del quartiere Isola, del Patronato e dell'Oratorio. È morto improvvisamente il 29 gennaio 1977, a Milano Isola, nella parrocchia del Sacro Volto. Migliaia di persone parteciparono ai suoi funerali.

Incontro con Paolo VI

Incontro con Paolo VI

Incontro con Paolo VI

Il 19 luglio 1976 don Eugenio è ricevuto in udienza privata da S.S. Paolo VI al quale dona, a nome del Patronato, l'album con una raccolta di veri capolavori fotografici, che gli è costato oltre due anni di lavoro. Il Papa è commosso per il magnifico dono e don Eugenio è felice di averlo fatto contento. La fotografia testimonia la commozione e la felicità di due anziani sacerdoti: uno Pontefice a Roma, l'altro prete all'Isola.

La vita e le opere di don Eugenio Bussa

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